Cosa aspettarsi da una band che oggi arriva
all' ottavo album in 21 anni di attività? Il rischio è quello di dare tutto per scontato e sparare
un giudizio troppo affrettato. E invece succede che all’ ascolto di
“The Want My Soul” ci si rende conto che gli Spoon hanno fatto l’
ennesimo centro pieno. Vi avviso: “The Want My Soul” può creare dipendenza. È uno di quegli album
da poter consigliare all’ amico, al fratello, alla fidanzata, al vicino di
casa. Un suono sporco e accattivante; ruvido e istantaneo, in cui tutti i
tasselli sono al posto giusto. Una produzione brillante per 10 brani che hanno il
pregio di farsi ascoltare con immenso piacere. La formula è ormai consolidata,
eppure i quattro di Austin tirano fuori ancora una volta una manciata di canzoni
irresistibili. Estetica e tecnica camminano di pari passo: Rent I Play, Inside Out, Rainy Taxi, Knok Knok, They Want My Soul trasudano sensualità
mista a materia sognante. C’è poi quel pizzico di elettronica e quel velo lo-fi
ad accompagnarci per questi 37 minuti. Per il nuovo lavoro si sono affidati alle mani di gente come Joe Chiccarelli e Dave Fridmann (Flaming Lips, Morrissey, Beck, Tame Impala, Low, Mogwai). Se cercavate un disco da poter ascoltare a tutto volume, be’, questo farà al caso vostro.
Appetitoso | 7.8
1 commento:
sono assolutamente d'accordo!
un gran bel disco che crea parecchia, ma parecchia dipendenza.
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