Un incidente durante l’infanzia segnerà per sempre la vita di Wallis Bird (cinque dita amputate, quattro delle quali successivamente ricucite). La cantante di origine irlandese, spesso paragonata alle più famose Ani Di Franco e Fiona Apple, torna a distanza di due anni dal precedente lavoro omonimo. “
Architect”, influenzato dal suo trasferimento a Berlino, prepara la strada per il grande salto verso un successo più che meritato, puntando tutto su un pop-rock elettronico e frizzante. La vena soul viene fuori in episodi come l’irresistibile Hardly Hardly, l’energica Daze, la sensuale Girls, la vibrante Hammering; canzoni capaci di oscillare tra dance ed elettronica, confermano l’estro melodico della cantautrice. “
Architect” risulta però essere un disco articolato ma che funziona ad intermittenza: l’ R&B straniante di
I Can Be Your Man, il folk inquieto di
Holding a Light e di
The Cards, la (troppo) caotica
Gloria, sembrano non convincere fino in fondo. Che poi Wallis Bird abbia una voce meravigliosa, questo lo sapevamo già.
La deluxe edition presenta un secondo disco di cover dove spiccano canzoni come
Little Plastic Castl (Ani Di Franco),
Peaches (The Stranglers),
Black and Gold (Sam Sparro),
In My Life (Beatles).
Energico | 7.2
Ascolta
"Hardly Hardly"
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