E giunse finalmente anche il quarto album di St. Vincent.
Dopo il caso della doppia copertina (sia Rumore che Il
Mucchio hanno ospitato in prima pagina, nel numero di febbraio, la medesima
foto dell’artista americana), che ha portato all’ autrice statunitense una bella
dose di pubblicità, creando un’attesa che altrimenti non sarebbe stata tale,
eccomi avere tra le mani il nuovo lavoro di St. Vincent. Dopo “Love This Giant”, album realizzato con l’ausilio
di David Byrne, Annie Clarck dà vita al suo album più rappresentativo, “St. Vincent” per l’appunto. Al limite
tra il melodico e lo straniante, tra l’elettrico e il ballabile, questo nuovo
capitolo conferma l’originalità compositiva dell’artista texana, sempre alla
ricerca di nuove soluzioni. Canzoni spigolose, sommerse da una marea
elettronica che scivola lungo un irrequietezza sonora, stupiscono per fascino e originalità. Uno stile personale ed obliquo
aleggia sulle ipnotiche Rattlesnak, Birth
In Reverse, Huey Newton. Brani irresistibili come Digital Witness, Bring
Me Your Loves, indossano le vesti di un funky accattivante. Non mancano poi
le dolci ballate: Prince Johnny, I Prefer Your
Love, Severd Crossed Fingers. Frizzante, bizzarro, convulso, in “St.
Vincent” convivono in modo esemplare tutte le strategie sonore adottate fin’ora
dall’artista americana.
Peculiare | 7.8
Ascolta "Digital Witness"
1 commento:
L'ho sentita , l'ho ascoltata dal vivo, l'ho vista con l'apporto di Byrne....
Sicuramente brava, ma purtroppo non ha fatto scattare in me l'accensione del mio mood!
Buona settimana , amico caro!
Posta un commento