mercoledì 4 dicembre 2013

Ed Askew - For The World

Qualcuno potrebbe indicare questo nuovo album di Ed Askew come il più grande ritorno dell’anno. Altri, invece, come la vera scoperta del 2013. For The World ci offre l’occasione per riscoprire un grande artista inspiegabilmente poco conosciuto, la cui storia ricorda a tratti quella degli ormai celebri Rodriguez e Bill Fay. Caduto nell’ oblio dopo la pubblicazione del suo primo album, “Ask The Unicorn”, 1968 - da molti considerato una pietra miliare del folk psichedelico dei 60’s - il cantautore di base a New York vive oggi una seconda vita grazie a Clint Simonson della De Stijl Records, che con un' intensa opera di investigazione ha riportato nuovamente all’ attenzione l’artista del Connecticut dopo anni di silenzio. La rinascita, se così vogliamo chiamarla, avviene nel 2007, con la ripubblicazione di “Little Eyes”, 1970, suo secondo lavoro, album rimasto a prendere polvere per oltre 30 anni, per poi essere ristampato dalla De Stijl Records di Simonson, che ha dato  il via ad una serie di pubblicazioni segnando il ritorno del grande artista americano che nel 2011 ha intrapreso il suo primo tour all’ età di 71 anni. Nato a Stamford, Connecticut, nel 1940, Askew ha studiato arte a Yale dal 1963, rimanendo nel New Haven fino al 1987, per poi trasferirsi definitivamente in quel di New York City, dove tra l’altro inizia la carriera di pittore (vedi copertina). Comincia il suo percorso musicale suonando nel gruppo folk-psichedelico dei Gandalf and the Motorpickle (1966 -67), per poi intraprendere la carriera solista che lo vede autore di un primo album rimasto nella memoria di pochi: “Ask The Unicorn”, 1968 (Esp Disk). Ma lo scarso successo di vendite, e dei live che ne seguirono, costrinsero l’artista a ritirarsi in proprio scomparendo dalla circolazione, lasciando perdere le proprie tracce. Dopo essere tornato alla vita quotidiana, e aver messo da parte qualche risparmio, Ed, a metà degli anni '80, acquista un piano elettrico, dei microfoni ed un quattro tracce, e riprende così la sua attività musicale, cominciando nuovamente a scrivere. In poche parole, Ed, dopo il suo primo album, ha comunque proseguito la sua avventura musicale in privato, dando vita a lavori - per lo più registrati su cassetta - che giravano esclusivamente tra le mani di amici e conoscenti. Alcuni di questi troveranno poi spazio in album che vanno a comporre un percorso artistico di tutto rispetto: “Little Eyes”, 2007 (De Stijl Records ) – “Rainy Day Songs”, 2008 (Spinning Golg Records) - “Imperfiction”, 2011 (Drag City) – “Here We Are Together Again” / “Yellow Dollars”, 2011 (De Stijl Records). A inizio 2013 viene pubblicato “Looking For Love” (Holy Page), una raccolta di brani registrati tra il 1969 e il 2003. Il disco anticipa di qualche mese l’uscita di un nuovo album, Fort The World, lavoro sublime, forte di una scrittura elegante e fascinosa. Siamo di fronte ad un' opera sincera, colma di una malinconia avvolgente. Basterà coccolarvi tra le note della meravigliosa Roadio Rose per  immergervi totalmente nella musica del cantautore americano: 7 minuti e 33 secondi che somigliano a un' alluvione di bellezza. Un folk che incrocia la musica da camera si intinge attorno a un  pop ricco di sfumature. 10 splendide ballate sbocciano tra fragranze di nostalgia, arricchite da una strumentazione raffinata e variegata: pianoforte – ukulele (Jay Pluck ), banjo – chitarra elettrica (Tyler Evans) , arpa (Mary Lattimore) e contrabbasso (Cannan Faulkner), il tutto incorniciato da una suadente voce flebile e da una sferzante armonica. Registrato nel 2011 in solo 4 giorni, in un magazzino del west Harlem, il disco vede anche la partecipazione di artisti come Marc Ribot e Sharon Van Etten. Grazie ad una scrittura intima e personale, e oggi più raffinata e innocente rispetto al passato, Ed Askew disegna un album stupendo. Anche tra i migliori dell' anno.

Incantevole - Voto 8






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