lunedì 23 novembre 2015

Blessed Child Opera - The Devil and The Ghosts Dissolved

La Seahorse Recordings è un' etichetta indipendente fondata nel 2000 dal musicista di origini napoletane Paolo Messere e si occupa nello specifico di produzioni che spaziano tra diversi generi, ma con un unico comune denominatore: la scena italiana. Paolo è ormai sul campo da diversi anni. Un passato come componente dei Silken Barb e Ulan Bator; un presente come membro fondatore dei Blessed Child Opera, progetto tra i più interessanti del panorama indipendente italiano, che oggi vanta il settimo lavoro in studio. Il tutto nasce e ruota intorno alla penna del musicista napoletano che, come già accaduto per i precedenti album, decide ancora una volta di cambiare le carte in tavola, optando per un ulteriore cambio di formazione. Nasce così la collaborazione con Valeria Sorce (voce) e Matteo Dossena (batteria), mentre Paolo maneggia con cura chitarra, basso e tastiere. "The Devil and The Ghosts Dissolved" è il nuovo lavoro e arriva a distanza di due anni dal riuscitissimo "Darkest Sea". Ancora una volta è qualcosa di intimo, personale. E in tal senso il titolo sembra abbastanza emblematico. Il nuovo appuntamento è all' insegna di un dark folk a tratti più diretto e armonioso rispetto al disco precedente. 11 episodi di costante qualità tenuti insieme da una produzione impeccabile. I primi scampoli di We Can’t Be Rivals of God sono carichi di quella tensione presente in "Darkest Sea". Ci pensa però la splendida voce di Valeria Sorce a rompere col passato. Arriva poi la malinconia languida di Painted Horses e Thesre's Too Musch Noise a delineare la direzione del nuovo capitolo. E così inizia un susseguirsi di brani dall' impronta notturna, caratterizzati da una sensibilità melodica capace di esplorare atmosfere rarefatte. È il caso di I'm Gonna Wait My Love, The Despair Like a Trail e Who I am. Messere in X-Stars trova spazio anche per alcuni spunti elettronici. Funzionano bene anche It Looks Like a No ReturnMother e No One, mentre il finale di I Know Everything è di certo il momento migliore del disco. Ancora una volta un lavoro riuscito, fatto di canzoni dal timbro profondo e disincantato che si fanno strada tra immagini crepuscolari e sonorità evanescenti.
L' ennesima conferma.

Fascino | 7.2




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