Quando dopo i primi due album Juan Montoya uscì dal gruppo, i Torche chiamarono a sostegno Andrew Elstne e diedero alle stampe "
Harmonicraft". Oggi quella stessa formazione torna a distanza di 3 anni con un nuovo lavoro pubblicato su Relapse Records. Le coordinate sono sempre quelle di uno stoner selvaggio, fatto di ossature sludge e squarci psichedelici. 10 tracce; 10 ordigni pronti a spazzare via tutto ciò che si trova nei paraggi. Le cose prendono una piega esaltante fin dai primi istanti:
Annihilation Affair è uno di quei brani che si potrebbe usare come sveglia per l’ intero vicinato. Arriva poi
Bishop In Arms, che nei suoi 2 minuti mette in scena un vero terremoto sonoro.
Minions suona lenta, ipnotica, dalla melodia coinvolgente; mentre
Loose Men schiaccia il piede sull’ acceleratore per poi sfociare nei sussulti terrificanti di
Undone. Sono trascorsi appena 15 minuti, eppure i 4 ragazzi non sembrano avere l’ intenzione di placare questa macchina da guerra. Con
Blasted si viaggia in prima classe: veloce, melodica, evocativa. Praticamente uno dei brani migliori del disco. Arrivano poi
No Servants,
Believe It,
Barrier Hammer a confermare lo spessore di questo quarto album. Il finale è tutto chiuso in una cavalcata di quasi 9 minuti, in cui la band di Miami mette in scena tutto l’ armamentario. In conclusione “
Restarter” è un disco cupo, efferato, metodico, con assoli precisi e stacchi micidiali. Ancora una volta ci hanno convinto.
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