martedì 31 marzo 2015

Ryley Walker - Primrose Green

Quando giungi all’ ascolto di un disco del genere, ti rendi conto di quanto la musica abbia reso il mondo un posto migliore. Ma soprattutto realizzi che grandi album sono ancora possibili. Il secondo sigillo del giovane Ryley Walker arriva a poco più di un anno dal precedente “All Kinds of You”. Già nel primo disco l’ autore americano ci aveva regalato una serie di ottime composizioni con richiami a Bert Jansh e a certo folk di stampo britannico. In questo nuovo capitolo tutto prende una piega ancor più passionale, intrigante. Gli arrangiamenti si fanno corposi, soavi, con chitarre elettriche pronte a squarciare morbide trame acustiche. La scrittura è matura, fascinosa, ricca di soluzioni raffinate. La struttura dei brani diviene imprevedibile, sconfinando trasversalmente tra folk e jazz. Ryley costruisce un disco praticamente perfetto ad ogni passaggio, con un senso di libertà presente in ogni solco. “Primrose Green” è un lavoro dalla gamma sonora completa, ed è molto probabilmente uno dei dischi più belli che ascolteremo quest’anno. Con una copertina che molto ricorda quella di  “Astral Weeks”, “Primrose Green” sfodera tutta la grazia compositiva di un autore che non può – e non deve - passare inosservato. La prima cosa da fare, fossi in voi, sarebbe quella di recuperare l’ ascolto del precedente lavoro (penso allo spessore di canzoni come The West Wind, Blessing, Great River Road, Clear The Sky). Per il nuovo album il cantautore di Chicago sembra aver creato la giusta alchimia, unendo l’ eleganza di Bert Jansh, i virtuosismi di John Martyn e l’ approccio malinconico di Tim Buckley. Non è poco, insomma. Tutto brilla ed emoziona. Tutto suona romantico e avvolgente. In ”Primrose Green” si respira a pieni polmoni. I 10 brani sono fiori colti in paradiso: Same Mind, Love Can Be Cruel, On the Banks of the Old Kishwaukee, Sweet Satisfactio, All Kinds of You si espandono su traiettorie astrali; Primrose Green , Summer Dress, Hide in the Roses, Griffith Buck's Blues, The High Road evaporano in fragranze primaverili. Magnetico, onirico, luminescente,” Primrose Green” è un disco che parla un linguaggio semplice, forte di una combinazione avvincente di canzoni vestite di oro e d’ argento. Credo che pochi artisti siano capaci di realizzare un disco tanto bello appena alla seconda uscita. Un trionfo di classe ed eleganza. Chiudete gli occhi, il resto verrà da sé.

Sgargiante | 9

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