Vi propongo un gioco: provate ad ascoltare almeno una traccia da questo album e tirate poi ad indovinare da dove provengono i Sultan Bathery. Stati Uniti? Inghilterra? Svezia? E se invece vi dicessi che arrivano semplicemente dall’Italia, mi credereste? Nel 2012 ci pensava l’ EP “Fireworks”a mettere in evidenza le potenzialità dei tre ragazzi vicentini. Euforico e incandescente, questo primo full length ci mostra una band capace di masticare bene il garage psichedelico dei 60's, colmandolo di grinta e divertimento. Pubblicato dall’americana Sloveny Recordings, “Sultan Bathery” è un disco praticamente imperdibile. Prendete la partenza di Satellite, un missile lanciato nello spazio che esplode con una potenza inarrestabile; c’è poi il furore di Mirror, la bellezza allucinogena di Spring of Youth, il blues acido di On The Run, l’aggrovigliarsi feroce di Something Good to Me, l’esplosione cosmica di Where Lights Are Low. Altri episodi come Purple Moon, Flowers of Evil, Dead Lives, non sono certo di livello inferiore.“Sultan Bathery” combina bene potenza e tecnica raggiungendo vette altissime, e ci propone 12 tracce da spappolare il cervello, in un vorticoso e torrenziale mix narcotico. Un suono imbottito di distorsioni lancinanti e riff incandescenti delinea le coordinate di un primo disco davvero irresistibile, ricco di soluzioni melodiche e accelerazioni improvvise. Se fossero americani, inglesi o svedesi, ora ne parlerebbero tutti.
Tenetevi forte! | 8
http://slovenly.bandcamp.com/album/sultan-bathery-self-titled-lp
Tenetevi forte! | 8
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