mercoledì 4 marzo 2015

Kristin McClement - The Wild Grips


















Nei primi secondi di Blackfin Gulls, potrebbe anche venirvi in mente di abbandonare subito l’ ascolto. Poi il pezzo cresce, prende forma. Allora ti accorgi di esserti imbattuto in uno di quei dischi da cui farai fatica a liberarti. Kristin McClement nasce in Sud Africa e nel corso dell’ adolescenza si trasferisce in Inghilterra insieme ai suoi genitori. Dopo una serie di demo ed EP, giunge oggi al suo vero primo album. Registrato per lo più in occasionali studi nelle campagne di Brighton, “The Wild Grips” mette in scena il talento della McClement, che per l’ occasione si fa accompagnare da un manipolo di musicisti di tutto rispetto, tra cui spiccano la violoncellista Becca Mears, il batterista Thomas Heather e il multi strumentista, nonché produttore del disco, Christian Hardy. Si tratta di folk imbevuto di materia sognante. Canzoni impalpabili, che si aprono a soluzioni delicate e fascinose. Kristin McClement dimostra una grande padronanza dei propri mezzi, costruendo una raccolta di brani che giocano tra melodie rarefatte e sensazioni spettrali. Traspare, inoltre, una cura minuziosa per gli arrangiamenti. Il gran numero di collaboratori, infatti, contribuisce a rendere il lavoro corposo e intenso. È un disco fatto di ballate incantevoli che scavano in profondità; canzoni praticamente impeccabili e ricche di sfaccettature. In tal senso, Giant No Good , Drink Waltz, Planks e la title track sono episodi struggenti e di rara bellezza. Insieme a Jessica Pratt, Kristin McClement si inserisce tra le rivelazioni di questo 2015. Un incantesimo sonoro a metà strada tra il lirismo oscuro di Matt Elliott e il fascino evanescente di Marissa Nadler. Doveroso l’ ascolto in assoluto silenzio.

Magico | 8

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