La verità è che alcune canzoni proprio non te le aspetti.
Altre, invece, si ficcano nella testa di prepotenza. Con due album all’attivo, B.C. Camplight, progetto solista del cantautore americano Brian
Christinzio, che tra l’altro ha suonato anche nell' album "Epic" di Sharon Van
Etten e in tour con i War On Drugs, giunge a quello che si presenta come il
disco della maturità. Tutti gli elementi presenti nei lavori passati ora
assumono colori e sfumature più intense. Si potrebbe parlare di pop barocco dalle venature
nostalgiche, per sbrigarla in poche e semplici parole, Pare che sia stato l’ ascolto di “Pale Green Ghosts” di John Grant a spingere Brian a mettersi a lavoro dopo più di 7 anni di assenza dalle scene. L’autore di base a Manchester contatta la stessa etichetta di Grant per farsi pubblicare il nuovo disco. Simon Raymonde, patron della Bella Union, ascolta, accetta e dà il via libera. Christinzio confeziona un
lavoro che per certi versi potremmo giudicare complesso, con una predilezione
per composizioni oblique e mai banali. Nomi come Brian Wilson, Sufjan Stevens, David Bowie
non possono non tornare in mente.“How To Die In The North” è un album eccentrico;
variegato negli arrangiamenti e nelle composizioni, capace di alternare ballate
al pianoforte (Good Morning Headache, Atom Bomb,Why Doesn't Anybody Fall In Love Anymore) a pezzi dal tiro formidabile (Love Isn't Anybody's Fault , Grim Cinema, Lay
Me On The Floor). Un pizzico di elettronica regola l’intero lavoro.
Una bella sorpresa | 7.8
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