Potente, oscuro e dannatamente affascinante. Questo è “Easy Pain”. Il nuovo capitolo segna
il ritorno della formazione americana, che a distanza di tre anni dal
precedente "In and Out of Youth and
Lightness" dà oggi alle stampe il quarto lavoro da studio. È
l’ennesima maschera in copertina a presentarci il nuovo viaggio tra le tenebre
per la formazione del Kentucky. I Young Widows suonano essenzialmente una
miscela di noise e post-punk claustrofobico, che scorre attraverso un
blues inquieto, alimentato da picchi di energia asfissiante. Tutto fatto nel
modo più cupo possibile. Se il precedente album mostrava lentezza solenne
nell’esecuzione dei brani, questo nuovo lavoro si mostra disco efferato fin dai
primi istanti. Un rock cavernoso e disperato, esplode mediante 10 sanguinolente
tracce: si pensi alla poderosa apertura di Godman; all’ammasso viscerale di Cool Night; alla violenza sonora di Kerosene Girl. Incredibile come poi l’intero disco possa mantenere
intatta quella sensazione di straniante vertigine (Gift of Failure, Bird Feeder, The Money). “Easy Pain” è un mantra oscuro
di straziante energia; un terremoto sonoro di feedback e distorsioni da
togliere il fiato. Con un suono che si è fatto negli anni sempre più violento e
impetuoso, il trio statunitense sforna uno dei lavori migliori dell’intera
discografia. Il rischio è quello di rimanerci stecchiti.
Lancinante | 8
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