sabato 28 giugno 2014

Joe Henry - Invisible Hour


















Joe Henry è uno di quelli che difficilmente sbaglia un disco. Nella sua trentennale carriera ci ha regalato lavori splendidi: “Shuffletown”, “Fuse”, “Scar”, “Tiny Voices”, sono album da recuperare a tutti i costi.  Il cinquantatreenne del North Carolina, sposato da anni con Melanie Ciccone, sorella di Madonna, non è certo un artista dedito al successo. Molti dei suoi album sono passati ingiustamente inosservati.  A tre anni di distanza da “Reverie”, il cantautore americano torna con un nuovo capitolo: “Invisible Hour” mette ancora una volta in evidenza le doti compositive di uno degli autori che meglio ha saputo mantenere inalterata la sua scrittura elegante. È sempre un piacere accomodarsi tra le note malinconiche  di canzoni dalla dolcezza infinita: Sparrow, Grave Angels, Sign, la title track, Swayed, sono una vera lezione di classe. La seconda parte del disco non sembra però mantenere la stessa enfasi: Plainspeak, Alice, Every Sorrow, Slide, sono canzoni sfuggenti, che non lasciano il segno. Essenzialmente acustico, “Invisible Hour” offre spiragli di country-folk e jazz, tenuti insieme da una voce sempre emozionante. Ne nasce un lavoro ancor più scarno del precedente. Per i testi si fa aiutare dallo scrittore irlandese naturalizzato americano, Colum McCann. Registrato in soli quattro giorni a luglio 2013, nello studio di Henry a Pasadena, “Invisible Hour” non è certo uno dei vertici dell’artista americano. Collaborano al disco: Greg Leisz (chitarra), John Smith (chitarra, mandola, cori), Jay Bellerose (batteria), Jennifer Condos (basso elettrico), David Piltch (contrabbasso) e suo figlio Levon Henry (fiati).

Elegante | 7.3

Ascolta "Sign" 

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