Conoscete Johnny Dowd, vero? Dite di no? Male, molto male.
Compirà 66 anni il prossimo 29 marzo il rocker di origine texana che ha fatto della sregolatezza la sua bandiera. Cresciuto con la musica di Hank Williams , Elvis Presley , Ray Charles e James Brown, si è affermato nel tempo come un personaggio unico e riconoscibile nello stile musicale.Stabilitosi a New York nel 1965, successivamente al divorzio tra i suoi genitori, l’artista americano intraprende la carriera di musicista formando i Jokers nei primi anni ’70, che si evolveranno successivamente in Neon Baptist nel 1988 con l’inserimento in formazione di altri componenti. Dopo una lunga pausa dalle scene, Johnny Dwod dà vita ad un primo lavoro solista nel 1997 (il disco era “Wrong side of Memphis”, che getterà le basi del suo stile irriverente). Qualcuno ha azzardato paragoni impossibili: io dico che il suo sound sembra quello di un marziano alcolizzato appassionato di Bukowski e Captain Beefheart. La verità è che Johnny Dwod è capace di mischiare nella sua musica sonorità più disparate che vanno dal punk al blues, dall’ industrial al country, dal funky al garage. Un sound inusuale, grottesco e difficilmente catalogabile, traccia i contorni di una discografia tutta da scoprire. “Do the Gargon”, ultima fatica dell’artista texano, è un denso collage di musica multiforme: una combinazione di elementi esplosivi che si dileguano tra testi sfrontati, riff incandescenti e ritmiche roboanti. L’inizio è davvero strepitoso. Basta imbattersi nei primi 20 secondi di Gargon Gets All Biblical, un boogie spaziale e alcolico che strattona l’ ascoltatore per 7 minuti e 43 secondi, per realizzare che Mr. Johnny Dowd è un rocker con le palle. Accompagnato da Michael Stark alle tastiere e Willie B. alla batteria e al basso, Johnny Dwod concepisce un disco alquanto strampalato, che gira intorno alla storia di un ragazzo abbandonato in una stazione di servizio del Nebraska nel 1953. Una narrazione vagante e un andamento discontinuo, abbozzano un grezzo affresco sonoro in un mix febbrile di blues, dance, proto punk, lo-fi, rock ‘n’ roll e funky. Nancy Sinatara, Pretty Boy, Gargon Disco’s Balls, Pussywhipped, sono un surrogato di sfrontatezza e genialità, e ci conducono attraverso questa melma musicale. Aguzzate le orecchie sullo splendido finale di “Do the Gargon”: La title track parte con un groove irresistibile e una forte dichiarazione d’intenti: “Va bene ragazzi, questo è Johnny Dowd, ho creato un nuovo ballo per voi, e si chiama 'Do The Gargon '”.
Folle | 7
Compirà 66 anni il prossimo 29 marzo il rocker di origine texana che ha fatto della sregolatezza la sua bandiera. Cresciuto con la musica di Hank Williams , Elvis Presley , Ray Charles e James Brown, si è affermato nel tempo come un personaggio unico e riconoscibile nello stile musicale.Stabilitosi a New York nel 1965, successivamente al divorzio tra i suoi genitori, l’artista americano intraprende la carriera di musicista formando i Jokers nei primi anni ’70, che si evolveranno successivamente in Neon Baptist nel 1988 con l’inserimento in formazione di altri componenti. Dopo una lunga pausa dalle scene, Johnny Dwod dà vita ad un primo lavoro solista nel 1997 (il disco era “Wrong side of Memphis”, che getterà le basi del suo stile irriverente). Qualcuno ha azzardato paragoni impossibili: io dico che il suo sound sembra quello di un marziano alcolizzato appassionato di Bukowski e Captain Beefheart. La verità è che Johnny Dwod è capace di mischiare nella sua musica sonorità più disparate che vanno dal punk al blues, dall’ industrial al country, dal funky al garage. Un sound inusuale, grottesco e difficilmente catalogabile, traccia i contorni di una discografia tutta da scoprire. “Do the Gargon”, ultima fatica dell’artista texano, è un denso collage di musica multiforme: una combinazione di elementi esplosivi che si dileguano tra testi sfrontati, riff incandescenti e ritmiche roboanti. L’inizio è davvero strepitoso. Basta imbattersi nei primi 20 secondi di Gargon Gets All Biblical, un boogie spaziale e alcolico che strattona l’ ascoltatore per 7 minuti e 43 secondi, per realizzare che Mr. Johnny Dowd è un rocker con le palle. Accompagnato da Michael Stark alle tastiere e Willie B. alla batteria e al basso, Johnny Dwod concepisce un disco alquanto strampalato, che gira intorno alla storia di un ragazzo abbandonato in una stazione di servizio del Nebraska nel 1953. Una narrazione vagante e un andamento discontinuo, abbozzano un grezzo affresco sonoro in un mix febbrile di blues, dance, proto punk, lo-fi, rock ‘n’ roll e funky. Nancy Sinatara, Pretty Boy, Gargon Disco’s Balls, Pussywhipped, sono un surrogato di sfrontatezza e genialità, e ci conducono attraverso questa melma musicale. Aguzzate le orecchie sullo splendido finale di “Do the Gargon”: La title track parte con un groove irresistibile e una forte dichiarazione d’intenti: “Va bene ragazzi, questo è Johnny Dowd, ho creato un nuovo ballo per voi, e si chiama 'Do The Gargon '”.
Che altro aggiungere: alzate il culo e ballate, cazzo!
Folle | 7
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