Un fascino oscuro e magnetico quello di Marissa Nadler. Ad appena due anni dal precedente
“The Sister”, l’artista di Boston realizza “
July”, il suo sesto lavoro in studio, registrato agli Avast Studio di Seattle con l’ausilio di Randall Dunn (Earth, Sunn O))), Wolves in the Throne Room). C’è qualcosa di ancestrale e profondo nella musica della giovane cantautrice americana; una sensazione quasi innaturale che ti accompagna lungo un incantesimo sonoro di glaciale stupore. Diventa davvero impossibile non essere risucchiati dalla magia di queste 11 composizioni che godono del contributo di Eyvind Kang (archi), Steve Moore (synth) e Phil Wandscher (chitarra). Una galleria dai bagliori psichedelici in cui il lirismo gotico e seducente di Marissa Nadler è ancora capace di stupire.
Drive, 1923, Dead City Emily, Was It A Dream, Desire, ci proiettano in un mondo sconfinato in cui la voce flebile e trasparente dell’autrice americana narra visioni oscure. Ricco di melodie fascinose, immerse in una nube di delicata elettricità, e con un sound più corposo rispetto al disco precedente, “
July”, intenso ed infinitamente ammaliante, è una cupa traversata lungo i territori di un folk spettrale in un clima di torride emozioni.
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