lunedì 9 marzo 2015

Umberto Maria Giardini - Protestantesima

Una tigre affonda gli artigli su di un teschio umano. Alle spalle una luna piena su cui traspare il volto di un bambino. Questa la copertina opera di Pasquale De Sensi. Da qualche anno, ormai, Umberto Maria Giardini ha scelto di usare il proprio nome di battesimo. Il musicista e cantautore marchigiano, conosciuto da molti con il moniker di Moltheni, (vi consiglio vivamente di ascoltare almeno "I segreti del corallo", 2008) torna con quest’ultimo lavoro pubblicato sia in CD (La Tempesta Dischi) che in vinile (Woodworm). Premetto che questo è un disco talmente bello che scegliere una canzone preferita risulta essere praticamente impossibile; un po' come accadeva per il precedente, insomma. Anche se in questo nuovo album si toccano livelli fin' ora mai raggiunti. Se teniamo conto dell’ EP “Ognuno di noi è un po' Anticristo”, pubblicato nel 2013, questo “Protestantesima” è il terzo lavoro di Umberto Maria Giardini dopo aver abbandonato lo pseudonimo di Moltheni. L’impressione è quella di trovarsi faccia a faccia con un grandissimo disco. Di quelli che rimarrà negli anni. A confermarlo è una sequenza di composizioni che brillano di luce propria. Rock cucito su fragili trame elettroacustiche ed equilibri psichedelici. Un lavoro internazionale nel suono ma italiano nell' anima. Quelle di Umberto sono canzoni bellissime, impegnative, ricche di visioni e sonorità luminescenti. Quel sapore malinconico e autunnale; quelle atmosfere urbane ma sognanti, a tratti cruente seppur delicate, sono il meccanismo principale sui cui Umberto costruisce una sapiente raccolta di brani capaci di approdare nel profondo. Canzoni come tele sui cui dipingere emozioni. In questo nuovo capitolo il cantautore italiano affina ancor di più la scrittura: il suono si fa ancor più robusto e cangiante; gli arrangiamenti, corposi e suadenti. C’è poi la sua voce, che viaggia verso mete paradisiache. Su tutto svetta quella classe compositiva che fa di Umberto Maria Giardini uno dei grandi autori italiani del nostro tempo. Dieci pezzi (compresa una ghost track); dieci gemme, ancora una volta forgiate con l’ ausilio del produttore Antonio Cupertino. È il caso di iniziare ad inserirlo tra i migliori dell' anno.

Pregevole | 8

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